lunedì 5 novembre 2012

"GRANDI MAGAZZINI", LA LONG VERSION


Grandi Magazzini, all'interno dell'ampia e spettacolare cinematografia anni 80 è uno dei gioielli che splende di più. In questo film ci saranno circa più di 30 attori conosciuti, più tutte le comparse all'epoca giovanissime (per esempio Francesca Dellera ed Eva Grimaldi).
Se pensiamo che solo i protagonisti sono: Enrico Montesano, Paolo Villaggio, Gigi Reder, Michele Placido, Heather Parisi, Renato Pozzetto, Christian De Sica, Massimo Ciavarro, Nino Manfredi, Laura Antonelli, Lino Banfi, Massimo Boldi e Ornella Muti.... e poi senza contare tutti i coprotagonisti e i caratteristi, molti dei quali Celentaneschi, come Memmo Dettongo, Enzo De Toma, Pongo e Dino Cassio (che compare solo nella long version)... chi non c'è invece è proprio Adriano Celentano, forse perché già era finito il contratto con Cecchi Gori?
Andiamo al film, esistono due versioni: quella corta per il cinema e per l'home video (VHS e DVD)... e una più lunga trasmessa negli anni 80 da Canale 5, neI primissimi anni 90 sempre sulla Mediaset e nel 2000 su TMC, poi scomparve e venne ritrasmessa a sorpresa nel Giugno 2011 su Iris. Successivamente  è stata riproposta varie volte su Iris.
Tra la versione corta e la versione lunga ci sono enormi differenze, anche parlando di doppiaggio diverso o musica che cambia.

Le scene in più e le differenze tra versione corta e versione lunga sono queste:
- La sigla iniziale dura almeno due minuti in più.
- Ci sono differenze di montaggio nelle scene in cui i clienti entrano ai Grandi Magazzini
- Christian De Sica dopo aver detto "Ben gentile ringrazio" continua parlando della sua fissazione su Arnold Shazzeneggher (come lo pronuncia in romano De Sica).
- La scena dell'alano con Renato Pozzetto, nella versione lunga, è montata prima di quella dell'ascensore.
- Nella scena della confezione del WC (con la storica battuta "L'adopera qui o gliela incarto?"), dopo aver detto "Grazie", Montesano continua a sbattere sul bancone.
- La storica scena della bicicletta con Massimo Boldi e Teo Teocoli ha qualche battuta in più tagliata nella versione corta.
- Nel minisketch del montone rovesciato, molti clienti chiedono, uno dopo l'altro, dei vestiti e il commesso gli mostra sempre una pecora, mentre quando gli chiederanno una pecora lui dice che non ne ha più. Nella versione corta è presente solo la parte iniziale dello sketch.
- Quando Leo Gullotta va a casa di Nino Manfredi per parlargli dello spot pubblicitario, nella versione lunga suona più volte il citofono.
- Nella long version, dopo che l'esattore spezza il dito ad Enrico Montesano, quest'ultimo dice che conosceva un Capuccio ma era tanti anni che non lo vedeva.
- C'è un'intera scena tagliata del tutto nella versione corta, ovvero quella dove Renato Pozzetto consegna il televisore alla vedova (la bravissima Antonella Steni). Una scena di circa 4-5 minuti estremamente surreale e divertente.
- Un'altra scena tagliata completamente nella versione corta è quella dove i clienti salutano Lino Banfi mendicante passando per l'entrata.
- La scena in cui Enrico Montesano va al ristorante con Alessandro Haber e Laura Antonelli varia completamente tra le due versioni: nella versione lunga, quando parcheggia aggiunge anche "Di sti tempi e' 500 vanno a ruba", poi non c'è musica di sottofondo (mentre nella corta c'è e le voci sono coperte dalla colonna sonora) e durante la chiacchierata vi sono parecchie battute in più. C'è inoltre un'intera sequenza, presente solo nella lunga, dove i tre mangiano il loro "Brodén" rumorosamente con una divertentissima battuta di Enrico Montesano: "Ammazza scotta, ma che c'avete e' lingue d'amianto?"
- Prima della scena dei coniugi napoletani che litigano, Renato Pozzetto con, l'ape incastrata tra due macchine, esce dal finestrino e si avvicina poi al citofono.
- Prima di iniziare a girare lo spot pubblicitario, Nino Manfredi si fa truccare allo specchio dalla truccatrice.
- Finito lo spot pubblicitario, quando Nino Manfredi e Leo Gullotta scendono dalle scale mobili tutti i clienti  fanno un grande applauso e abbracciano Manfredi. Potrebbe essere un caloroso omaggio di Castellano e Pipolo nei confronti del Grande attore romano, in questo film una delle sue migliori interpretazioni.
- La scena di Paolo Villaggio robot dura di più nella versione lunga perché quando cade a terra il bambino gli attacca le batterie di Mazinga per farlo ricaricare.
- Dopo la storica scena dove Lino Banfi fa sorridere Michele Placido cantando "Tu ci stavi a Bogotà? E allora che ti inchézzi a fà?", quest'ultimo se ne va sorridendo e Banfi continua a cantare "Heppynesse".
- Nella scena dove Claudio Botosso conosce Ornella Muti, ci sono varie frasi in più tagliate nella versione corta.
- La scena del dialogo tra Renato Pozzetto e Franco Fabrizi sulla barca dura di più nella versione lunga. 
- Dopo aver interrotto per sbaglio la riunione aziendale dei direttori dei Grandi Magazzini, Heather Parisi fa cadere lampade a terra, circa 50 secondi in più rispetto alla corta.
- Dopo la memorabile litigata tra Haber, Bonagura, Montesano e Panelli, questi ultimi due ricevono due volte la porta sbattuta in faccia.
- Scena tagliata del tutto nella corta e presente solo nella versione lunga è la parodia dello spot del Tartufone Motta all'epoca in voga nelle reti Mediaset (Finivest al tempo).
- Altra scena divertentissima purtroppo tagliata del tutto nella versione corta è quella dove Massimo Boldi arresta sua moglie Alessandra Panelli (la figlia del grande Paolo Panelli e di Bice Valori), credendo che abbia rubato un fulard che in realtà gli aveva regalato lui stesso per il loro anniversario. In questa scena compare anche il Grandissimo Caratterista Dino Cassio, purtroppo scomparso da poco e c'è anche un auto-omaggio di Castellano e Pipolo: Infatti Boldi dice "Mia Moglie è una strega.. eh, mia moglie è una ladra, ho sbagliato, ti ricordi il film che abbiamo visto ieri sera?"... Massimo Boldi allude a "Mia Moglie è una strega" film diretto dagli stessi Castellano e Pipolo con Renato Pozzetto ed Eleonora Giorgi.
- Nella versione lunga Laura Antonelli sbatte più volte lo sportello in faccia ad Enrico Montesano.
- Quando Victor Cavallo consegna sorpreso il pacco a Renato Pozzetto c'è una variazione di montaggio tra la versione corta e la versione lunga, così come c'è una variazione di doppiaggio quando Cavallo dice "Me compri 2 etti de' fontina", invece nella long version dice "2 chili d'aranci, m'pacco de sigarette, er giornale e 2 etti de fontina".
- C'è un'intera scena tagliata dove Isabella Biagini (presente solo nella long version) fa la prova di tutti gli oggetti che gli vengono dati. Una scena molto osé che stranamente non viene mai tagliata nei passaggi televisivi in fascia protetta.
- Un'altra scena presente solo nella versione lunga è quella dove Paolo Villaggio e Gigi Reder ritornano in carcere dopo la truffa del robot e progettano un'altra truffa.
- La scena ai carrelli tra Massimo Boldi e Massimo Buscemi dura di più nella versione lunga.
- Per finire, anche la scena dove Lino Banfi e la figlia finiscono la giornata e ballano sotto la pioggia ci sono molte battute tagliate nella versione corta.

Parlando di questa versione è ovvio che viene nostalgia di quegli attori (Manfredi e Panelli purtroppo non sono più tra noi), di quei film ben fatti e di quelle splendide ambientazioni che rendevano tutto magico.
Questo film si vede che è un'operazione commerciale, ma è un capolavoro: Sceneggiatura perfetta, interpretazioni straordinarie di tutti (compresa Heather Parisi che non era un'attrice, ma è comunque straordinaria). Da vedere!
Viene subito in mente la canzone "Cosa resterà di questi anni 80..", e bene, resta il cinema, resta la musica, restano le testimonianze di chi li ha vissuti davvero e restano i ricordi di un'epoca che non c'è più

MARIO COCO



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